IL SALUTO DI DON ANGELO PURICELLI
Carissimi amici della comunità pastorale Casa di Betania, mi accingo a riprendere (mi dicono per otto mesi) il cammino con la vostra comunità pastorale con animo lieto ma consapevole del limite che mi accompagna, ciascuno nella vita è chiamato a fare i conti col tempo disponibile, il desiderio d’essere sempre presente ma l’impossibilità pratica ad esserlo e le forze.
Non sono le tante cose da fare che preoccupano ma la necessità d’esserci perché l’ascolto e la relazione sono l’essenziale nella vita di un prete e ciò che qualifica l’essere pastore.
Penso che questa sia la stessa fatica di don Giuseppe nei confronti del quale non possiamo far mancare tutta la nostra gratitudine e il nostro affetto.
Ha iniziato il suo ministero tra noi con generosità e con sofferenza si è scontrato col limite della salute che chiede un serio ascolto per il bene suo e della Chiesa.
Avremo modo nelle prossime settimane di ringraziarlo per dirgli tutta la nostra stima e il nostro incoraggiamento perché presto possa tornare nel pieno servizio al Vangelo e alla Chiesa.
La vita dei preti è così! Totalmente donata a servizio e la nostra gioia è nell’ascoltare la bellezza della presenza consolante di Dio nella vita degli uomini e della comunità.
Il ministero è una avventura straordinaria, che ti conduce alla vertigine di attraversare la gioia per chi nasce e il dolore per chi muore, la fatica della malattia e l’entusiasmo degli inizi, il miracolo del diventare uomini e donne e l’incertezza del diventare anziani.
Solo la preghiera, che nel silenzio della sera affida tutto a Dio, rende possibile sostenere l’intensità emotiva della vita che scorre e che non ci vede mai indifferenti, eppure talvolta la vertigine è tale che tutto sembra non bastare.
Carissimi, vi chiedo di pregare per i vostri preti: per don Giuseppe, don Davide, don Giorgio, don Gilberto, don Lorenzo, Padre Luciano, don Luigi che ci sostiene con la sua preghiera e anche per me.
Sento di esprimere una grande gratitudine anche per i miei confratelli, dopo averli incontrati ho pensato che per questa comunità c’è futuro: nessuno si è sottratto all’impegno d’esserci e sono certo che non farete loro mancare tutta quella comprensione e quella collaborazione che sono necessari per attraversare i tempi del disorientamento.
Attendo il momento del nostro incontro e sono certo che ci anima sopra ogni cosa il sereno desiderio di camminare con Gesù perché per noi e la nostra comunità si compia il Suo sogno: “Che la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”.

vostro don Angelo Puricelli