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La consacrazione dell’altare e della chiesa di Omate a San Zenone risale al 21 settembre del 1594, come risulta da una pergamena ritrovata negli anni ‘70 mentre si procedeva al rifacimento dell’interno della chiesa.
In essa si dice che l’Arcivescovo Gaspare, successore di San Carlo sulla cattedra del Duomo di Milano, consacra al culto di “San Zeno Vescovo e Martire” l’altare e la chiesa, rendendolo unico patrono.
Come sia arrivato il culto di San Zenone in Brianza non si sa con certezza: sappiamo che nacque in Mauritania e che fu Vescovo di Verona dal 362 al 372; contrariamente a quanto si pensava non morì martire, ma la tradizione racconta che la chiesa dove era sepolto fu risparmiata da una piena dell’Adige e da allora i fedeli iniziarono a venerarlo come protettore dai pericoli delle acque.
In questa chiave si potrebbe leggere il significato del pesce appeso al Pastorale e provare ad interpretare il fatto che il suo culto sia presente anche in altre Parrocchie sparse lungo il corso del Torrente Molgora.
Veniva ricordato il 12 aprile, ma dalla fine dell’Ottocento è tradizione festeggiarlo alla Domenica in Albis, cioè la prima dopo Pasqua.
Nel secolo scorso era molto diffusa, anche nelle parrocchie vicine, la convinzione dei poteri taumaturgici del santo, soprattutto nei confronti dei bambini: molti venivano in pellegrinaggio a chiedere una guarigione e i più anziani ricordano quanti ex-voto ci fossero nella Cappella a lui dedicata prima del rifacimento della chiesa.
A riprova di quanto questa convinzione fosse diffusa nella cultura popolare oltre al proverbio di apertura ne conosciamo un altro che recita: “Var pusè un San Zan d’Umaa che cent San Sobi d’Agraa”.
Oggi il lunedì seguente la domenica di festa si dedica una Messa appositamente all’unzione dei malati, anche per ricordare questa tradizione.
Da alcuni anni la Festa Patronale prevede diversi appuntamenti e iniziative a cui collaborano tutti i gruppi e associazioni presenti nella frazione, con il patrocinio dell’amministrazione comunale, con l’intento di ricostruire un aspetto della storia passata della nostra comunità.
Oltre alle tradizionali pesche di beneficenza e lotterie organizzata nei locali dell’oratorio al fine di raccogliere fondi per la Parrocchia, lungo la via Cavour si cercherà di ricreare un “piccolo mondo antico” attraverso foto, pizzi e merletti dei nostri avi grazie all’impegno dell’Unione Sportiva Omatese.
La Melonera si occuperà si intrattenere i passanti con invitanti aperitivi e le diverse serate saranno allietati dalla Banda e dalla Filodrammatica Omatese.
Conoscere le proprie tradizioni sia religiose che culturali, credo che sia davvero un modo per potersi aprire, con consapevolezza, al confronto con chi viene da fuori.

Vera Cantù

Ultimo aggiornamento (Sabato 11 Febbraio 2012 18:10)