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Una Sera con San CarloI giovani della CP, un sabato sera,
in Duomo con S. Carlo

Una sera, poco tempo fa, abbiamo trascorso un’esperienza indimenticabile di cui abbiamo fatto tesoro e vorremmo raccontarvi.
Siamo partiti pensando che non fosse un’esperienza adatta a ragazzi della nostra età, invece si è trasformata in una serata magnifica.
Ci siamo ritrovati all’oratorio di Agrate, tutti in orario, pronti a partire, con lo zaino in spalla: ma mancava don Stefano (il solito ritardatario).
Dopo aver atteso per 10 lunghissimi minuti, siamo saliti sulle macchine e siamo partiti in quarta.
Nei pressi di Milano, il don ha dato il meglio di se, perdendosi.
Abbiamo abbandonato il pullmino nei pressi della metropolitana e abbiamo proseguito a piedi, o meglio di corsa, a causa del fatto che eravamo in ritardo.
In realtà il don simpaticamente ci disse che era tutto programmato e che lo ha fatto perché ci vedeva un po’ fuori allenamento.
L’obiettivo di queste nostre fatiche era quello di recarci in Duomo aperto per l’occasione solo per noi per passare una serata di “catechismo” in modo diverso e unico, e per vivere un incontro speciale con san Carlo Borromeo.
Entrati in Duomo, ci siamo riuniti in un clima di silenzio e di rispetto, ed una guida ci ha suggerito delle regole da rispettare prima di iniziare il percorso spirituale.
L’incontro era diviso in varie tappe.
La prima era vicino al battistero dove, don Samuele Marelli, presidente della FOM, ci ha spiegato il bello di essere cristiani e che ogni giorno dobbiamo ricordarcelo perché è una grande fortuna; e che amare è alla base della religione cristiana.
Nella seconda tappa invece, per vivere un momento spirituale personale, abbiamo acceso una candela davanti al famoso crocifisso di san Carlo, quello che il santo usava portare per le strade di Milano durante le epidemie di peste.
Nelle successive due tappe la nostra guida ci ha illustrato i più significativi “quadroni” che, all’interno del Duomo, raccontano la vita di san Carlo. Infine, nell’ultima tappa, abbiamo fatto una pausa di riflessione e preghiera personale davanti all’urna con il corpo del santo, e dovevamo pregare dedicando la nostra preghiera ad una persona a noi cara.
Siamo poi usciti lasciando un’offerta per i poveri, per imitare l’esempio di san Carlo che, più volte nel corso della sua vita, si privò dei suoi beni per venire incontro alle esigenze dei poveri milanesi.
La serata si è conclusa con un ritorno a casa soddisfatti e contenti per l’esperienza vissuta.

Federico Campesan

Ultimo aggiornamento (Venerdì 08 Aprile 2011 07:37)