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Comunità e ProblemiIl compito del parroco, ricevuto dal Vescovo con la sua nomina, è quello di reggere, custodire e far crescere il gregge di Cristo a lui affidato in quella particolare zona delle Diocesi.
Come in ogni famiglia, anche nella grande famiglia parrocchiale, nel nostro caso nella Comunità Pastorale Casa di Betania, non mancano gioie e dolori.
Certamente si accolgono con più serenità le gioie che i dolori, ma sono anche convinto che sono i dolori quelli che meglio aiutano a crescere e a migliorarsi e a meglio conoscere le persone con le quali siamo chiamati a vivere.
Dico questo perché in mezzo a tante belle cose che capitano nella nostra casa di Betania, ce ne sono anche altre che pongono problemi.
Partiamo dal fallimento per la costituzione del nuovo Consiglio Pastorale Unitario: non siamo riusciti a coinvolgere persone sufficienti per creare delle liste al fine di svolgere una regolare votazione.
Forse non sono stato capace di presentare bene il tutto, forse avrei dovuto insistere di più con varie persone… forse…
Però non mi sembra neanche giusto “correre dietro” alle persone per ottenere un SI magari stentato o a malincuore.
Mi è venuto anche questo pensiero: non è che i miei parrocchiani vivono ancora pensando che la Parrocchia è del parroco, dei preti, che così possono fare quello che vogliono?
Mi auguro di no!
I fedeli laici hanno un ruolo molto importante e anche nella Parrocchia possono avere ruoli specifici legati alla loro professionalità.
Approfitto di questo editoriale per dire un grazie sincero a tutti coloro che “lavorano” per il bene della Comunità e nello stesso tempo invito tutti ad assumere con più coraggio le proprie “responsabilità”.
E’ per questo che l’Azione Cattolica della nostra Comunità propone per questo anno pastorale tre incontri sul tema del servizio.
Il primo si svolgerà venerdì 18 novembre alle ore 21.00 presso il salone teatro di Omate.
Capire perché si fanno le cose è indispensabile per farle bene e con serenità.
Un altro punto non positivo che ho notato è stata la scarsa partecipazione alle Giornate Eucaristiche (Quarantore).
C’era spazio per tutti, al mattino, nel pomeriggio e alla sera, ma anche questa volta le necessità giornaliere hanno prevalso e così un po’ per pigrizia, un po’ per mancanza di organizzazione le Giornate Eucaristiche sono volate via senza accoglierle come occasione opportuna per un incontro silenzioso e adorante con Gesù.
Anche qui forse l’organizzazione non è stata al massimo, forse abbiamo voluto fare tante cose, forse si poteva fare meglio, ma mi domando: bisogna fare sempre e solo ciò che piace? Ciò che fa comodo? Ciò che non turba l’andamento abitudinario quotidiano?
Non tutto il male vien per nuocere e allora, insieme al Direttivo, ci impegniamo a capire bene il fenomeno di questi problemi per trovare una soluzione che ridoni vigore e forza a tutta la nostra Comunità.

don Mauro

Ultimo aggiornamento (Giovedì 03 Novembre 2011 07:58)