Non si può tenere nascosta la notizia più bella: bisogna dirla a tutti. Forse a volte dimentichiamo che abbiamo ricevuto il messaggio più bello che Dio ha affidato agli uomini e cioè che Lui ci ama, ci cerca, ci desidera e accompagna sempre e per sempre.
   Nessun uomo o donna sulla faccia della terra può dirsi solo e abbandonato: il Signore c’è, in ogni momento, gioioso o triste e soprattutto nella prova, nel dolore e nell’ora della morte.
   Gesù ha affidato questa buona notizia ai suoi amici, noi suoi discepoli, perché la portassimo in tutto il mondo: si chiama EVANGELIZZAZIONE.
Non dobbiamo convincere nessuno, né tantomeno obbligare a nulla, ma annunciare con la nostra vita, più che con le parole, che siamo amati e salvati da ogni male.
E allora chiediamoci: “È così la nostra esistenza? È colma di gioia e di speranza?”.
   L’ottobre missionario appena trascorso e il Giubileo, ossia l’Anno Santo, sono un richiamo e un invito a riscoprirci “pellegrini di speranza”.
Noi cristiani non siamo né possiamo ritenerci un piccolo gruppo che vive la fede solo intimamente o che deve difenderla, perché essa è invece un dono da offrire in tutti modi, con la stessa generosità del seminatore della parabola che getta il seme dappertutto, senza la preoccupazione del risultato finale.

dMG

Ultimo aggiornamento (Venerdì 31 Ottobre 2025 16:49)