Sappiamo che la devozione mariana non deve essere legata ad un tempo stabilito o ad un mese.
Ma questo in teoria.
Di fatto, chi di noi non ricorda con un pizzico di nostalgia le uscite serali del mese di maggio per recitare la corona nei cortili o nei rioni del paese con la primavera d’intorno?
E chi non ha mai sperimentato in rifiorire della devozione a Maria durante un pellegrinaggio ad un Santuario mariano?
Sembra ozioso chiederci come pregare Maria in questo mese, ma non è così.
Non è vero che a maggio si prega come le altre volte, perché le circostanze creano un momento privilegiato di questa devozione.
Osservandole possiamo cogliere delle indicazioni utili.
Anzitutto il mese di maggio porta con sé quel clima primaverile che è un inno alla vita, quasi metafora di una primavera spirituale.
Una seconda indicazione credo sia quella di una preghiera meno solitaria e più comunitaria.
Appunto come comunitaria è la recita del rosario nelle case, nei cortili o nei rioni.
Una terza indicazione mi viene suggerita dalla forma di preghiera mariana tipica del mese di maggio: la recita del rosario.
Pregare con questa formula non è facile come talvolta si crede.
Non è preghiera il semplice fatto di ripetere tante volte l’avemaria.
Ma la recita delle “avemaria” deve diventare il sottofondo musicale che favorisce la contemplazione dei misteri.