ESSERE CONTENTI, NON ACCONTENTARSI
Quando la vita richiede impegno e le situazioni rischiano di affannarci il consiglio più saggio sembra essere: “Accontentati!”. Accontentarsi di quello che si ha, di quel che si è, di quello che si fa e attenti a non strafare.
Ma essere felici non può essere un accontentarsi.
Pensare poi che ci si debba accontentare anche quando si parla di un’amicizia o di un rapporto d’amore suona addirittura triste e oso dire che non siano nemmeno veri né l’amicizia, né l’amore.
Così è la vita, ma così è anche la fede (che poi coincidono in realtà, statene certi).
Dobbiamo invece voler essere contenti della nostra fede, del nostro rapporto con Dio, del nostro vivere da credenti.
Contenti come i santi, che lo sono per sempre in Paradiso, ma che hanno custodito e accresciuto questa gioia in sé per tutta la vita, non perdendo di vista l’obbiettivo, il tesoro prezioso che è Gesù, da seguire e portare con sé ogni giorno, in tutto ciò che si vive e si fa.
Questa è la santità già in terra: scegliere di seguire il Signore, ciascuno nella propria vita, da prete, da sposata, da consacrata, da studente, da lavoratore e vivere la vita come un’avventura con Lui e con i fratelli, quindi, ogni giorno, con nuovi passi e sfide, in una fedeltà continuamente cercata.
Potrò anche sbagliare, ma, se amo Gesù e i fratelli, crescerò e sarò contento, magari anche chiedendo scusa, se necessario.
Se mi accontenterò, finirà che tirerò avanti come sempre, vivendo sulla difensiva e non saprò che cos’è l’amore umano, ma non conoscerò nemmeno quello di Dio, almeno qui in terra.
Quindi, tutti santi per essere contenti… ma anche viceversa.
vostro don Matteo


