Ho già avuto modo di dire che mi piace molto il nome dato alla Comunità “Casa di Betania” perché evoca una realtà ampia e dinamica, un luogo nel quale ci si trova bene.
Don Mauro, che ricordiamo con affetto a pochi giorni dal terzo anniversario della morte, ha avuto una grande intuizione chiamando così l’insieme delle nostre tre parrocchie e ci ha lasciato questo nome come preziosa eredità.
Come ogni casa anche la nostra Comunità è abitata da persone e famiglie che sono diverse tra loro, che si muovono in modo indipendente, ciascuna con i propri impegni e con i propri tempi, ma che vogliono stare insieme sotto il segno del reciproco ascolto e dell’aiuto vicendevole, altrimenti, se non c’è amore, non è “Casa di Betania”.
Se entrate nelle nostre chiese troverete in ciascuna l’icona di un episodio capitato nella casa di Betania.
Ogni anno il quadro viene spostato da una chiesa all’altra.
In una prima icona Gesù mette alla prova la fede di Marta di fronte al sepolcro del fratello, morto da quattro giorni.
L’icona della risurrezione di Lazzaro sarà esposta ad Omate.
In una seconda immagine Gesù gode della presenza di Marta che lo ospita, tutta affaccendata, e di Maria che lo ascolta attentamente e che, prima della sua morte, gli ungerà i piedi con l'unguento prezioso.
Questa immagine potrà essere contemplata a Caponago.
Nel terzo quadro Gesù siede a mensa con Lazzaro redivivo, che diventa un testimone della forza di risurrezione di Gesù, capace di ridare la vita a un morto. Il banchetto di ringraziamento nella casa di Betania andrà ad Agrate.
Chiediamo a Marta, Maria e Lazzaro che la nostra Comunità sia come una grande Betania dove si vive l'accoglienza, l'ascolto e la missionarietà.
Intercedano perché sappiamo cogliere il senso del cambiamento che questo tempo difficile porta con sé, e perché non manchino fedeli capaci di prendersi cura del cammino comune anche nel prossimo mese di maggio quando rinnoveremo i Consigli (quello Pastorale e quello per gli Affari economici).
Questi organismi hanno proprio il compito e la responsabilità, insieme con i presbiteri e i consacrati/e, di guidare la Comunità Casa di Betania. Costruire non una casa di mattoni, ma di pietre vive e consapevoli.

don Fidelmo