In questi mesi siamo stati un po’ tutti tormentati dal grave problema dei “preti pedofili” e l’hanno talmente ben costruito da far credere che la pedofilia sia una prerogativa dei preti.
Forse è bene tentare qualche precisazione:
1. Esistono i “pedofili” che possono essere preti, padri, insegnanti, magistrati, giovani, anziani… La pedofilia non va a braccetto solo con una categoria di persone!
2. Che nella Chiesa (= comunità dei credenti in Cristo) ci sia del “marcio” è chiaro fin dalle origini: Giuda tradisce, Pietro rinnega, i discepoli fuggono di fronte al pericoli della vita, Anania e Saffira imbrogliano gli apostoli quando vendono il loro campo… e già S. Ambrogio chiamava la Chiesa “casta meretrix” (= pura donna di strada) mettendo in risalto la sua santità (perché amata da Dio) e la sua debolezza (il peccato). Questo non per giustificare un male così efferato, ma per far capire che la Chiesa è di coloro che si sforzano di seguire Gesù e che quindi è composta di santi e di peccatori, come in ognuno di noi c’è la grazia e il peccato.
3. Il bello del cristianesimo è che accanto alla condanna c’è anche la possibilità di perdono e di remissione: è la conversione.
E’ giusto condannare chi sbaglia, ma è anche giusto dare la possibilità di essere essere perdonato e di ricostruirsi una vita migliore e più santa. Sta qui la differenza del modo di “giudicare” della chiesa e della società, per questo la Chiesa è contraria a sbattere sempre il mostro in prima pagina, puntando prima sul suo ravvedimento e conseguentemente sul “ripagare e riparare” il male fatto.
E’ bene quindi che i fedeli non si scandalizzino, ma con più coraggio siano a fianco dei loro preti con la preghiera e con l’affetto e, quando notano qualcosa che non va per il verso giusto, abbiano il coraggio di correggerli fraternamente!

Don Mauro Radice

Ultimo aggiornamento (Sabato 11 Febbraio 2012 18:12)