San Carlo BorromeoQuando si vuole progettare qualcosa di nuovo non basta guardare avanti e sognare, occorre anche sapere dove si mettono i piedi.
Ecco perché per il nuovo anno pastorale 2010-2011 il nostro Cardinale Arcivescovo desidera spingere tutta la comunità diocesana più in alto invitando tutti ad una vita di santità e prendendo come esempio l’esperienza concreta di S. Carlo Borromeo di cui ricorre il 4° centenario della sua canonizzazione (la proclamazione della sua santità da parte della Chiesa).
In che modo S. Carlo, vissuto cinque secoli fa, può essere di esempio per noi?
S. Carlo fu un uomo di vera carità: si è speso totalmente (è morto a 46 anni), si è consumato per il bene del suo popolo, mettendo tutte le sue energie e i suoi averi per aiutare tutti. S. Carlo ha attinto questa forza dall’amore al Cristo Crocifisso (spesso viene raffigurato mentre prega e contempla Gesù in croce), perché la croce è la chiave di lettura della vita cristiana, nel senso che la croce apre alla risurrezione per indicarci che dalla morte viene la vita e, in Cristo, c’è sempre un’aurora dopo la notte!
S. Carlo fu anche esempio di vita povera, essenziale e ha quindi fatto vedere concretamente come siamo chiamati ad usare i doni del Signore, che ci offre ogni giorno, senza appropriarcene indebitamente.
Ed infine un S. Carlo che non si è accontentato di predicare, ma ha fatto.
Non siamo dunque chiamati in questo anno pastorale ad una azione di restauro per far rivivere il tempo passato, ma a guardare avanti accogliendo con serenità e coraggio le sfide che il nostro tempo ci propone. In questo cammino il Cardinale volge un appello particolare alle famiglie cristiane, perché con il loro “stile di vita” sobrio e solidale diventino un chiaro punto di riferimento per le nuove generazioni.

Don Mauro Radice

Ultimo aggiornamento (Domenica 12 Settembre 2010 11:54)