La Luce InterioreLa quarta domenica di quaresima è detta “del cieco nato” perché nel Vangelo si parla dell’incontro di Gesù con questo cieco e riceve da Gesù il dono della vista.
Giovanni riporta questo episodio nel suo Vangelo non solo per dovere di cronaca, ma anche perché desidera far capire in profondità il gesto di Gesù che è sì un vero atto di carità e di attenzione a quell’uomo sfortunato, ma diventa anche un “segno”: quell’uomo infatti non solo acquista la vista fisica, ma anche la fede. Il brano termina con un grande atto di fede: “Io credo, Signore!”.
Ogni domenica anche ciascuno di noi è invitato a professare la propria fede dicendo: “Credo in Dio Padre onnipotente…” e forse ci siamo talmente abituati che lo diciamo senza pensarci troppo.
In realtà dicendo “io credo” affermo che la mia vita è “condizio-nata” dalla presenza di un Essere a me superiore che chiamo Dio e che dà  un senso particolare a tutta la mia vita.
Questo è come una luce interiore che ci permette di impostare la vita, di vedere le cose e gli avvenimenti come li vede  e li considera  Dio stesso.
Usando una immagine è come se guardo una piazza stando al centro o se la osservo dall’alto del campanile: la prospettiva è diversa e colgo tante cose che dal basso non vedo o non capisco.
E’ il dono della fede, di cui dobbiamo ringraziare anzitutto i nostri genitori che ce lo hanno consegnato con il Battesimo e grazie al Signore, perché, è come un sole che illumina tutti e tutto.
A noi spetta solo di spalancare le finestre perché la sua luce penetri nella nostra vita.

Ultimo aggiornamento (Venerdì 16 Marzo 2012 12:38)