Sofferemza e FragilitàSono le parole che vengono esposte nel tabellone sull’altare in questa terza domenica di Avvento.
Nel nostro cammino di Avvento siamo invitati a ripensare alla nostra presenza nel campo del mondo come semi capaci di produrre positività nelle varie realtà dove viviamo.
E’ indubbio che oggi la sofferenza e la fragilità siano più esposte e quindi più conosciute.
Bisogna proprio essere ciechi per non accorgersi che stanno aumentando le famiglie dove la fragilità della mancanza dello stipendio incide non poco sul benessere delle stesse.
Certamente non diminuiscono le famiglie in cui la fragilità della divisione procura dolore, sconforto e disorientamento soprattutto nei più piccoli e indifesi.
Per non dimenticare poi le famiglie nelle quali il malato richiede assistenza continua e questo genera una infinità di problemi legati alla presenza costante, all’attenzione, al rispetto…
E’ un mondo sommerso che però interpella continuamente sia la singola persona, come l’intera comunità, ed è un mondo che richiede attenzione, ma che spesso non ha la considerazione che si merita dalle forze sociali (basta vedere le continue mani-festazioni davanti ai palazzi romani per suscitare l’attenzione di chi governa).
Come la comunità si fa carico di tutto questo?
E’ bello vedere come in ogni parrocchia della nostra Comunità Pastorale Casa di Betania ci sia un notevole movimento di persone , di volontari che si donano per il bene di chi sta male.
Fare l’elenco può risultare poco simpatico con il rischio di lasciare fuori qualcuno, ma, in generale, posso notare con soddisfazione l’attenzione ai malati, agli anziani, a chi chiede un aiuto.
Un incoraggiamento a tutti perché non venga mai meno questa attenzione: si tratta di aprire gli occhi, accorgersi di queste fragilità e rimboccarsi le maniche immergendosi nel mondo con totale disponibilità.

Ultimo aggiornamento (Martedì 03 Novembre 2020 22:55)