Alla Piscina con il Cieco NatoINCONTRI E INTERVISTE QUARESIMALI

La prima volta che ho visitato la Palestina (1970) sono stato im-pressionato dai tanti mendicanti ciechi e la guida diceva che questo era una menomazione abbastanza diffusa; tant’è vero che oggi a Betlemme esiste un importante istituto per bambini ciechi.
Il cieco nato del vangelo di Giovanni dunque non è una eccezione, ma un personaggio reale, al quale posso rivolgere delle domande.

Non so il tuo nome, ma conosco la tua storia: non ti sei un po’ vergognato quando ti portavano alla piscina con gli occhi imbrattati di fango?
Certamente, ma ero talmente disperato che ho accettato anche questo, comunque nessuno mi ha fermato per strada e nessuno mi ha chiesto perché era così conciato.

Sono curioso: cosa hai provato appena hai riacquistato la vista, appena hai visto la luce?
Un profondo smarrimento, non capivo dove ero e la luce mi dava fastidio, ma poi sono esploso in un grido di gioia coinvolgendo chi mi era vicino.

Ma Gesù non era lì in quel momento
L’avrei abbracciato fortemente anche lui e gli avrei detto grazie mille volte. Mi ha fatto un dono stupendo!

Le cose poi come sono andate?
Non parlarmene! La gioia si è tradotta quasi subito in meraviglia perché le persone che mi stavano attorno (i farisei) sembravano scontenti di quello che mi era successo e continuavano a farmi delle domande, addirittura hanno chiamato i miei genitori per accertarsi che ero veramente cieco dalla nascita. Qualcuno mi ha trattato anche male e mi hanno espulso dalla sinagoga.

Che gente ingrata!
Sì, ma poi ho avuto la fortuna di incontrare ancora Gesù ed è stato lui a presentarsi a me… a quel punto non ho potuto fare altro che prostrarmi ai suoi piedi e dirgli.
“Signore, io credo!” Da allora sono suo discepolo perché oltre alla luce degli occhi, mi ha acceso anche la luce del cuore.

Ultimo aggiornamento (Lunedì 16 Marzo 2015 13:57)