Il Dito di TommasoNel Vangelo di oggi si parla di Tommaso, l’apostolo che ha faticato a credere alla parola degli altri apostoli riguardo al Gesù risorto e apparso in mezzo a loro la sera di Pasqua.
Proprio lui, una settimana dopo, è invitato da Gesù a mettere il suo dito nelle piaghe della passione. ”Mettere il dito”.
C’è un bellissimo dipinto del Caravaggio che mostra questa scena evangelica ed è Gesù che guida il dito di Tommaso verso la ferita ancora aperta del suo costato.
L’emozione di Tommaso ce la descrive l’evangelista Giovanni: “Mio Signore e mio Dio” dice l’Apostolo e rimane poi muto e stupito! Noi oggi non possiamo provare l’emozione di Tommaso ma abbiamo la stessa opportunità di “toccare” le ferite ogni volta che abbiamo attenzione e cura per chi soffre.
Papa Francesco usa spesso questa espressione “Toccare la carne di Cristo che soffre”.
Nell’anno della misericordia siamo stati sollecitati sempre da Papa Francesco a compiere questo gesto: “Quante ferite sono impresse nella carne di tanti che non hanno più voce perché il loro grido si è affievolito e spento a causa dell’indifferenza dei popoli ricchi.
In questo Giubileo ancora di più la Chiesa sarà chiamata a curare queste ferite, a lenirle con l’olio della consolazione, fasciarle con la misericordia e curarle con la solidarietà e l’attenzione dovuta. Non cadiamo nell’indifferenza che umilia, nell’abitudinarietà che anestetizza l’animo e impedisce di scoprire la novità, nel cinismo che distrugge.
Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità, e sentiamoci provocati ad ascoltare il loro grido di aiuto.
Le nostre mani stringano le loro mani, e tiriamoli a noi perché sentano il calore della nostra presenza, dell’amicizia e della fraternità.
Che il loro grido diventi il nostro e insieme possiamo spezzare la barriera di indifferenza che spesso regna sovrana per nascondere l’ipocrisia e l’egoismo”.
(Misericordiae vultus 15)

Ultimo aggiornamento (Mercoledì 26 Aprile 2017 06:35)